Pare ci sia sempre una
ragione, per ogni cosa che accade.
Per ogni incontro che
facciamo.
Sono in grado di
individuare queste ragioni in molti casi.
Ma non con te.
Nessuno mi aveva mai
trattato così.
Nessuno mi aveva mai
preso, tirato nella propria vita, tenuta stretta stretta e, poi, buttata via.
Come un giocattolo rotto.
Avevo bisogno di questo
dolore? No davvero.
Cosa mi hai dato? Niente.
Mi hai solo tolto
serenità, gioia, equilibrio.
Avevo affrontato tutti i miei precedenti dispiaceri;
mi ero faticosamente rimessa in piedi.
Avevo ricostruito tutto e
gioivo delle cose belle che ero andata a prendermi col solo coraggio e forza di
volontà.
Poi sei arrivato tu.
Hai
bussato forte alla mia porta. Abbiamo iniziato: ed io avevo paura.
Ma ho preso tutto il
coraggio che avevo ed ho provato.
Poi, hai iniziato a
chiudere le finestre su di te.
E a me, mancava l’aria.
Io…non ero abbastanza
degna di essere conosciuta?
C’è voluto poco, ovviamente,
perché tutto scivolasse via.
Vorrei solo dimenticare.
Mi dicono che dovrei
comunque conservare il bel ricordo del sentimento che abbiamo vissuto.
Ma qual è questo sentimento?
Come si può davvero pensare che senza condivisione possa nascere un amore?
Non riuscirò mai a capirlo.
Ed in questo si mostra tutta la nostra distanza.
Sia chiaro, non vedo cattiveria nelle cose che sono accadute.
Non l’ho pensato nemmeno
per un attimo.
Ma paura si, ne vedo
tanta.
Di approfondire, di
conoscere, di aprirsi, di rischiare, di costruire.
E così metti in
condizione anche gli altri, di temerti.
Di doversi proteggere.
Quanto mi dispiace.
Ma non posso fare niente.
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